Oggi nell’arcipelago è festa, in quanto il 30 Maggio si commemora l’anniversario della prima sessione del Parlamento delle Canarie: il 30 maggio del 1983, alcuni mesi dopo la pubblicazione dello Statuto dell’Autonomia delle Canarie nel Boletín Oficial del Estado, i rappresentanti eletti si sono incontrati per la prima volta nel parlamento presieduto da Pedro Guerra Cabrera.
Lo Statuto delle Canarie fu pubblicato il 10 agosto 1982 e riconosceva una maggiore autonomia decisionale rispetto al parlamento di Madrid nelle politiche da adottare nell’arcipelago .
Durante la Seconda Repubblica (1931-1939) spagnola, le Canarie tentarono già la richiesta di una maggiore autonomia, ma il tentativo non ebbe successo a causa della Guerra Civile (1936-1939) e della dittatura franchista (1939-1975). Questo secondo tentativo degli anni 80 riuscì, e così le Canarie divennero una comunità autonoma.
In questo giorno si è soliti festeggiare l’orgoglio dell’essere canari, ricordando le tante bellezze di questa isola: le lunghe spiagge di sabbia o di rocce, il mare color verde smeraldo e blu cobalto, le specialità gastronomiche e tanto altro. Ma per tutti è una giornata di festa? No assolutamente. Secondo i nazionalisti canari questa data è stata “imposta” per celebrare il giorno delle Canarie dal governo spagnolo, ma rimanda a un’altra data: 30 Maggio 1481, data in cui Tenesor Semidan, conosciuto come Fernándo Guanarteme, capo indigeno degli abitanti di Gran Canaria firmo nella città di Calatayud (España) un patto imposto dalla corona spagnolo e in cui si stabiliva che l’isola veniva ceduta ai Re cattolicissimi, Ferdinando d’Aragona e Isabella di Castiglia. I nazionalisti canari, che sostengono un progressivo allontanamento e distacco dalla Spagna, vedono in quest’atto una sottomissione e la conquista definitiva delle isole Canarie.
Per questa ragione i nazionalisti canari osteggiano particolarmente questa festa, in quanto vedono nel 30 maggio i festeggiamenti per una sconfitta e per la perdita definitiva della libertà di un popolo.