Antonio| 15/02/2017
Oggi ho pensato di occuparmi un po’ di economia spagnola, dopo i buoni dati in campo macroeconomico, ora vorrei riflettere con voi dei dati relativi all’occupazione.
Nelle prossime due immagini riporto i dati relativi alla disoccupazione dei centri con più di 40.000 abitanti sia nella provincia di Las Palmas che in quella di Tenerife
Faccio notare che in zone come Telde vi è quasi il 28% di disoccupati, parlo di zone che vedono la presenza di centri commerciali, grandi catene come IKEA, Carrefour, Leroy Merlin; la zona di Santa Lucia, quella a cui appartiene anche Vecindario, dove le case costano meno sia come affitto che come acquisto, ci aggiriamo a un tasso di disoccupazione del 27%. Il municipio di San Bartolome, quello che controlla la zona di Playa de Ingles e Maspalomas, vede un tasso di disoccupazione del 19%.
Parliamo chiaramente degli iscritti all’ufficio di collocamento (Oficina de Empleo) , quindi a questi dobbiamo aggiungere, con molta probabilità, tutti gli stranieri che, pur distribuendo il curriculum, non possono iscriversi ancora all’ufficio di disoccupazione o semplicemente non lo hanno fatto.
Nella foto che segue potete vedere le zone nella Provincia di Tenerife, vi faccio notare che la zona costiera di Adeje, che vede una disoccupazione del 12% circa, ha la percentuali di disoccupati minore, in percentuale un valore uguale a quello italiano.
Infine vi posto una immagine molto chiara con le principali isole canarie, i colori indicano differenti range di percentuali di disoccupazione
giallo 10-15%
arancione 15-20%
rosso 20-25%
rosso porpora 25-30%
Come vedete, in centro vi è Gran Canaria, alla sinistra del video Tenerife e a destra Fuerteventura, poco sopra, in angolo, Lanzarote.
Concludo con una riflessione sui numeri, leggo di persone che, stanche della disoccupazione in Italia, cercano futuro alle Canarie; credo che le percentuali parlino da sole, aggiungete il problema lingua, il fatto che il mercato vede la presenza di clienti, i turisti, provenienti soprattutto da paesi scandinavi e anglosassoni, si corre il rischio di cercare lavoro in un posto dove 12 % di disoccupazione italiana (attuale) è un miraggio, dove per lavorare a contatto con il pubblico è necessario conoscere almeno 3-4 lingue. Consiglio, prima di tagliare i ponti con l’Italia e vendere ogni cosa, di non impiegare ogni risparmio e studiare sempre altre soluzioni.
A voi le riflessioni. Per ulteriori analisi vi invio al seguente sito, dove potrete cercare la disoccupazione per zona e per città, secondo i seguenti criteri:
- città con più di 40.000 abitanti
- città con un numero di abitanti compreso tra 10.000-40.000
- città con un numero di abitanti compreso tra 1.000-10.000
- citta con un numero di abitanti inferiore a 1000.